IMU regionale dal 2023: cosa cambia e per chi?

Due persone con un calcolatrice in mano discutono a un tavolo

In questi giorni abbiamo letto che l’Imposta Municipale Unica sugli immobili, l’IMU, da gennaio 2023 diventerà un’imposta regionale. È proprio vero? Vale per tutte le Regioni? E nel caso, cosa cambia?
Vediamo insieme cosa cambia e in quali zone.

Cosa è l’IMU?

Attualmente l’IMU, che ha sostituito nel 2011 l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili), si paga su fabbricati diversi dall’abitazione principale, cioè quella dove si è stabilità la residenza, sulle abitazioni principali definite come signorili e di lusso (Classi catastali A/1, A/8,A/9), anche se abitazioni principale, sulle aree fabbricabili e sui terreni agricoli.

L’aliquota varia attualmente da comune a comune. L’aliquota base è 0,86%, ma i comuni possono diminuirla fino a 0,76% o aumentarla fino a 1,06%. Il pagamento avviene tramite F24 in due rate in scadenza il 16 giugno (acconto) e 16 dicembre (saldo), ma è sempre possibile saldare l’intero importo in una sola rata nella scadenza di giugno.

Come si calcola?

Per calcolare l’importo da versare occorre conoscere la rendita catastale del terreno o dell’immobile, il coefficiente catastale assegnato a ogni classe e l’aliquota del proprio comune.

L’importo IMU si calcola moltiplicando la rendita catastale, rivalutata del 5%, per il coefficiente della classe catastale moltiplicato per l’aliquota.
Facciamo un esempio pratico.
Immaginiamo di avere una seconda casa con rendita catastale di 600 euro. Per calcolare l’IMU occorre rivalutare la rendita del 5%: così otteniamo un importo di 630 euro.
Ora moltiplichiamo questo importo per il coefficiente della classe catastale di appartenenza che nel nostro caso è 160 (aliquota castale classe A). Il risultato è 100.800 euro.
Su questa cifra si applica l’aliquota stabilita dal comune su cui insiste l’immobile, per esempio l’1,06% (100.800 x 1,06 %). Otteniamo così l’importo IMU che sarà di 1068,48 euro.

Esenzioni

Sono esenti dal pagamento dell’IMU, oltre alla prima casa (purché non sia in classe A/1, A/8, A/9), gli immobili con destinazioni culturali, o che appartengano a Stati esterni o a organizzazioni internazionali che abbiano siglato accordi con il nostro Stato, i porti, le stazioni, i fari (classe catastale da E/1 a E/9), gli immobili di proprietà dello Stato o della Santa Sede.
Sono coperti da esenzione anche gli immobili destinati ad attività sanitarie, assistenziali e didattiche, i terreni agricoli in uso a coltivatori diretti e imprenditori agricoli ubicati nei comuni delle isole minori e nei luoghi indicati dalle circolari ministeriali, oppure con destinazione agrosilvopastorale a proprietà collettiva, i fabbricati merce, cioè destinati alla vendita.

IMU regionale: cosa cambia?

Ma cosa succede dal gennaio 2023?
Diventano esecutivi gli accordi siglati nel 2019 tra Giovanni Tria, allora Ministro dell’Economia, e il Presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimo Fedriga. Gli accordi miravano a dare un’autonomia sempre più consistente alla regione a Statuto autonomo e tra le clausole c’era anche il passaggio di competenza alla regione dell’IMU, che riguarderà dunque solo i cittadini di questa regione.

L’imposta cambierà nome e si chiamerà ILIA, Imposta Locale Immobiliare Autonoma.

Sembra tuttavia che alcuni capisaldi non verranno meno anche con questo passaggio. Primi tra tutti l’esenzione dall’imposta della prima casa, se non di lusso, e l’autonomia concessa ai comuni nel fissare l’aliquota, sempre all’interno di un range stabilito.

Quello che invece potrebbe cambiare, sempre in Friuli-Venezia Giulia, sono le classi catastali: si pensa, pare, ad accorparle in tre sole tipologie. Novità anche sul fronte della semplificazione amministrativa: pare che la Regione stia pensando a un portale per consentire ai cittadini il calcolo dell’importo.

Un passo avanti per l’autonomia del Friuli, e chissà: forse un modello per il futuro?

Al momento le novità riguardano solo questa regione e per l’intero 2023 non ci saranno cambiamenti nelle altre regioni. Tuttavia la tassa sugli immobili per gli Italiani è un argomento da monitorare con attenzione, posto che il 75% dei residenti nella Penisola possiede un’abitazione di proprietà, dato più alto di 5 punti della media europea che si attesta al 70%.

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