Superbonus 110%, nel 2023 cosa cambierà?

Un uomo sta firmando un contratto

Come si evolverà il Superbonus 110% nel 2023: il nodo della cessione del credito e le altre modifiche alla super-agevolazione, una promessa molto appetibile per chi deve ristrutturare casa, ma anche una delle più complesse in campo edilizio (oltre che, naturalmente, costose per le casse dello Stato).

Superbonus 110%: cosa prevedeva

L’Agenzia delle Entrate definisce il Superbonus 110% come “un’agevolazione fiscale introdotta e disciplinata dall’art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020 detto Decreto Rilancio, che consiste nella detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1° luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Tra gli interventi agevolati rientra anche l’istallazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici negli edifici”.

La detrazione era ottenibile o attraverso quattro quote di pari importo per 4 anni per le spese sostenute nel 2022 (prima erano cinque quote in 5 anni), o attraverso lo sconto in fattura o con cessione del credito. Nel caso della cessione del credito il “costo” del medesimo era stabilito dall’organizzazione finanziaria che lo acquistava. In generale per ogni euro di credito acquistato sono stati corrisposti dagli 88 ai 90 cent.

Per ottenere un’agevolazione tanto conveniente era necessario rispettare alcuni requisiti. Per accedere all’agevolazione i lavori che vi rientravano si distinguono in trainanti obbligatori e trainati.
Il primo gruppo comprende:

  • intervento di isolamento termico sugli involucri,
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni,
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sugli edifici unifamiliari;
  • interventi antisismici.

Il gruppo dei trinati, invece, comprende i lavori eseguiti in concomitanza ad almeno uno degli interventi principali, come l’efficientamento energetico, l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’istallazione delle colonnine per la ricarica delle auto o di impianti fotovoltaici.

Grazie agli interventi agevolati l’edificio ristrutturato avrebbe dovuto, secondo quanto stabilito dalla legge, scalare due classi energetiche.

L’iter istruttorio non si è rivelato agevole, tuttavia la misura che avrebbe dovuto innescare il rilancio dell’attività edilizia ha ottenuto il risultato di iniettare nel settore consistenti risorse e di ottenere una riqualificazione energetica importante del patrimonio edilizio esistente.

Complicazioni di gestione

In questi due anni di applicazione sono sorte alcune complicazioni nella gestione del Superbonus 110% che hanno portato il legislatore a intervenire in più occasioni.
Per provare a evitare le frodi si è deciso di limitare il numero di cessioni di credito possibili. Si è inoltre registrata l’indisponibilità di alcuni istituti di credito e recentemente di Poste Italiane a effettuare nuove cessioni.

Inoltre la misura fino ad ora, novembre 2022, è costata allo Stato 60 miliardi di euro, 38 miliardi in più di quanto preventivato.

Queste ragioni hanno richiesto una revisione e un aggiornamento dell’agevolazione contenuta nel DL Aiuti Quater, in bozza (10 novembre) mentre scriviamo questo testo.

Superbonus 110%: cosa potrebbe cambiare nel 2023

Da quanto si apprende dalla bozza del Decreto Legge, il Superbonus sarebbe parzialmente confermato, ma con notevoli differenze rispetto a oggi, sia per quanto riguarda i beneficiari sia per le aliquote di detrazione.

Sarebbe infatti confermato fino al 2025 sempre al 110% per gli interventi realizzati dalle Onlus sulle strutture socio-sanitarie.

Verrebbe confermato fino al 2025 anche per i condomini, anche se di un unico proprietario. Calano però le percentuali: sarà detraibile il 90% delle spese sostenute nel 2023, il 70% di quelle sostenute entro il dicembre 2024 e il 65% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2025.

Abitazioni unifamiliari, cambiamenti radicali in vista

Sarà ammessa la detrazione, ma fino al 90% delle spese sostenute fino al 31 marzo 2023, se al 30 settembre 2022 è stato effettuato almeno il 30% dell’intervento totale.

Sarà inoltre possibile accedere al Superbonus con detrazione al 90% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023. Questo solo se si tratta di prima casa e il proprietario ha un “reddito di riferimento” di 15.000 euro.

Il reddito di riferimento è calcolato per ogni abitante della casa presente sullo stato di famiglia. Ad esempio, una casa con una sola persona con limite di reddito 15.000€, con coniuge o unito civilmente, sale a 30.000€. Se vi è un altro familiare si aggiunge lo 0,5% e il limite sale a 37.500€ e così via.

Ricordiamo che si tratta ancora di normative in bozza e che il quadro normativo è in continua evoluzione e va monitorato dal vicino.

Anche se il Superbonus 110% secondo queste indicazioni sarà notevolmente ridotto, è altrettanto vero che rimangono attive altre agevolazioni per le ristrutturazioni.
Per questo prima di intraprendere lavori edili è utile confrontarsi con studi professionali che abbiano il quadro completo delle agevolazioni a cui è possibile accedere e possano affiancare i proprietari nel percorso di ottenimento dei bonus, dal sopralluogo alla redazione delle domande e della documentazione cartacea, fino alla progettazione dell’intervento.

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