Torre dei Moro: i fatti e le ipotesi sull’incendio di via Giacomo Antonini a Milano

Torre dei Moro: i fatti e le ipotesi sull’incendio di via Giacomo Antonini a Milano

Si cerca ancora una causa per il rogo del palazzo di 18 piani Torre dei Moro, distrutto dal fuoco nello scorso mese di agosto: perché le fiamme sono divampate così rapidamente?
I periti indagano, tra ipotesi per comprendere quanto accaduto e progetti di legge perché non si verifichi ancora in futuro.

E molto riguarda proprio le normative sulle facciate.

Il caso Torre dei Moro e i rivestimenti degli edifici

Al netto delle indagini sull’incendio che ha devastato l’edificio milanese, di cui parleremo più avanti e che sono naturalmente competenza degli inquirenti, è opportuno riflettere sulla normativa relativa alle facciate degli edifici. Se infatti i materiali e i prodotti isolanti da utilizzare per cappotti e facciate devono avere i requisiti previsti dal Regolamento CPR (EU) 305/2011, è altrettanto vero che non esiste una norma tecnica armonizzata per gli isolanti in facciata.

Il riferimento, su base volontaria, è l’European Assessment Document “External Thermal Insulation Composite System” (ETICS) del 2019. Questo documento prevede che le prestazioni degli ETICS siano da valutare e classificare con le stesse prove di incendio previste per i materiali isolanti per uso interno.  Significa che i materiali isolanti per facciate per uso esterno, se seguono queste linee guida, sono testati per la commercializzazione come quelli a uso interno.

Esistono in verità delle linee guida, datate però 2013 (l’edificio Torre dei Moro è stato completato nel 2011) ed emanate dal Corpo Nazionale del Vigili del Fuoco, che definiscono quale classe di materiale debba essere applicata ad ogni tipo di facciata.

Per dare una regola precisa e univoca si attende la redazione di una “regola tecnica verticale” dedicata alle “Chiusure d’ambito degli edifici civili” che stabilisca requisiti cogenti e armonizzati con il Nuovo Codice di Prevenzioni Incendi per i materiali da utilizzare.

La sicurezza anticendio degli edifici rimane un punto nodale nella progettazione e l’emanazione della regola tecnica verticale potrà contribuire a restituire certezza nella scelta dei materiali. Da questo punto di vista, cosa ci insegnano i fatti di Milano?

Vediamo insieme l’accaduto e le ipotesi che individuano proprio nella facciata l’anello debole della catena.

I fatti: l’incendio di Torre dei Moro

Nel pomeriggio del 29 agosto 2021, verso le 17:30, la Torre dei Moro – un palazzo di 18 piani di cui 16 fuoriterra, con 80 unità abitative e diverse attività commerciali – è stata avvolta dalle fiamme, trasformandosi in soli 15 minuti in un gigantesco rogo di 60 metri di altezza.

Fortunatamente non si sono registrate vittime, probabilmente grazie al fatto che l’incendio si è sviluppato una domenica pomeriggio di tarda estate e molti dei residenti non erano presenti.

L’edificio è di recente costruzione: è stato infatti terminato nel 2011. La forma, a cui deve il suo nome, ricorda quella di una nave con due grandi vele asimmetriche. Il complesso ha un orientamento nord-ovest/sud-est con coperture a volta tradizionali ed era divenuto un tratto caratteristico dello skyline milanese, rivaleggiando con la torre della vicina Fondazione Prada.

I residenti hanno assistito attoniti all’evento: “Si è fuso come burro” è una delle frasi più ricorrenti tra le testimonianze. Ed in effetti la rapidità con cui è divampato l’incendio è, insieme alle cause, uno degli interrogativi la cui soluzione è rimandata ai periti.

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Incendio Torre dei Moro: le ipotesi sull’origine

La ridda di ipotesi sulle cause che hanno innescato l’incendio della Torre dei Moro è davvero ampia. In un primo momento si è ipotizzato che l’incendio fosse stato provocato da un corto circuito elettrico in un’abitazione ai piani alti, da cui pare abbiano avuto origine le fiamme. L’ipotesi è tramontata subito però, poiché sembra che il proprietario avesse staccato la corrente elettrica, dato che pare confermato anche dall’analisi dei consumi.

Poi si è pensato a un “effetto lente”: un oggetto di vetro lasciato su un balcone del 15esimo piano avrebbe fatto da “lente” e incendiato, concentrando i raggi solari, un altro oggetto infiammabile nelle vicinanze che avrebbe poi innescato l’incendio dello stabile.

Non manca anche la supposizione che, a dare il via all’incendio, sia stata una sigaretta lanciata dai piani superiori. A questo proposito, fonti di stampa riportano che l’abitudine di gettare mozziconi fosse frequente e avesse già dato adito a discussioni tra i residenti.

Incendio Torre di Mori: perché è divampato cosi velocemente?

Se le cause che hanno portato all’innesco dell’incendio sono quindi ancora da chiarire, un altro grande punto interrogativo cui dare delle risposte è quello che riguarda l’impressionante velocità con cui le fiamme hanno avvolto l’edificio. A questo proposito, a causare la rapida propagazione dell’incendio sembra sia stato il cosiddetto “effetto camino” provocato dall’aria – cioè dallo spazio vuoto – tra i pannelli di rivestimento e la struttura dell’edificio.

I pannelli compositi in alluminio che rivestivano la facciata sono bruciati con facilità, come si evidenzia nei video dell’incendio. Sono in corso indagini sulla natura dei pannelli e sulla loro istallazione.

I pannelli in lana di vetro del rivestimento termico, invece, hanno resistito al fuoco e l’incendio non li ha coinvolti. Pare anzi che il cappotto abbia parzialmente protetto la struttura durante l’incendio dei pannelli esterni decorativi.

Inoltre fonti di stampa riferiscono anche di mal funzionamenti dell’impianto antincendio, comunque da verificarsi.

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